Caterina, auguri


Caterina da Siena, nata Caterina Benincasa (Siena, 25 marzo 1347 – Roma, 29 aprile 1380), è stata una mistica italiana. Canonizzata da papa Pio II nel 1461; nel 1970 è stata dichiarata dottore della Chiesa da papa Paolo VI; è patrona d’Italia e compatrona d’Europa.

 

A soli sei anni ebbe una prima visione: nella Basilica di San Domenico a Siena vide Gesù Cristo in trono, con i santi Pietro e Paolo. Caterina a sette anni fece voto di verginità. Nello stesso tempo cominciò un percorso di mortificazione, fatto di digiuni (soprattutto di carne) e di penitenze. Nella prima fase della sua vita, queste pratiche erano condotte in modo solitario.

Nelle sue opere racconta che verso i dodici anni i genitori, non essendo a conoscenza del suo voto, cominciarono a pensare di maritarla. Caterina reagì anche con il taglio completo dei capelli e chiudendosi in casa con il capo coperto da un velo; per vincere la sua ostinazione, i genitori la costringevano ad estenuanti lavori domestici, ottenendo il risultato di rafforzare la sua convinzione interiore. Un giorno il padre la sorprese in preghiera con una colomba aleggiante sul capo; decise allora di lasciare libera la giovane di scegliere la propria strada. A sedici anni Caterina entrò nel terzo ordine delle Domenicane (o Mantellate, per via del mantello nero sull’abito bianco), pur restando presso la sua abitazione.

Lei stessa racconta di essersi avvicinata alle letture sacre pur essendo semianalfabeta e, dopo giorni di estenuanti e poco fruttuose fatiche, di aver ricevuto dal Signore il dono di sapere leggere. Imparò più tardi anche a scrivere, ma la maggior parte dei suoi scritti e delle sue corrispondenze furono dettate.

Ella racconta anche che al termine del Carnevale del 1367 le apparve Gesù con sua Madre e altri santi per sposarla a sé nella fede; avrebbe ricevuto un anello, adorno di rubini, che sarebbe stato visibile soltanto ai suoi occhi: per questo Caterina è iconograficamente rappresentata con l’anello e con un giglio.

 Secondo la tradizione devozionale il 1º aprile 1375 avrebbe ricevuto le stimmate nella chiesa di Santa Cristina a Pisa, dove si trovava su invito di papa Gregorio XI  queste stimmate sarebbero rimaste invisibili fino alla sua morte.

 Morì, provata da una vita di digiuni e di astinenze forzate, a soli 33 anni, dopo essersi astenuta dal bere per un mese. Nella biografia della santa scritta dal beato Raimondo da Capua è riportato che non fu santa Caterina a rifiutare il cibo, ma “dopo l’apparizione di Nostro Signore, che le fece dono di bere al suo costato lo stomaco di Santa Caterina si chiuse … non ebbe più bisogno di cibo né poté più digerire. Nessuno se ne meravigliava, perché accostandosi alla fonte della Vita, lei aveva bevuto a sazietà una bevanda vitale, che le tolse per sempre il bisogno di mangiare”.

  Papa Paolo VI ha dichiarato Caterina dottore della Chiesa il 4 ottobre 1970. Santa Caterina è inoltre patrona principale d’Italia per nomina di papa Pio XII nel 1939 (assieme a San Francesco di Assisi) e compatrona d’Europa per nomina di papa Giovanni Paolo II il 1º ottobre 1999.

Numerose sono oggi le reliquie attribuite a Caterina. Ella fu sepolta a Roma, nel cimitero di Santa Maria sopra Minerva. Il corpo è ancora conservato nella basilica di Santa Maria sopra Minerva a Roma. Ma l’ anno successivo, nel 1381, le fu staccata la testa per portarla a Siena come reliquia, e nel 1384 fu portata in processione nella Basilica di San Domenico, dove tuttora è conservata  Nella stessa basilica è conservato un dito di Caterina: con questa reliquia viene impartita la benedizione all’Italia e alle Forze Armate nel pomeriggio della domenica in cui si tengono le Feste internazionali in onore di santa Caterina da Siena.

Il piede sinistro è invece conservato a Venezia (nella Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo).

Nel Duomo di Siena era presente anche una costola: essa però fu donata al santuario di Santa Caterina ad Astenet in Belgio, costruito nel 1985 per volontà dei devoti di quel paese. Infine, una scaglia di una scapola di Caterina si trova nel Santuario di Caterina a Siena.

 Uno dei miracoli riconosciuti alla Santa risale all’ottobre del 1376, quando, in ritorno dalla corte papale di Avignone, passò a Varazze (località del savonese), curiosa di conoscere i luoghi che avevano dato i natali al beato Jacopo da Varagine. La Santa ebbe però una spiacevole sorpresa: la cittadina si presentava malridotta e abbandonata a causa della peste che aveva decimato la popolazione. Caterina, particolarmente colpita dalla gravità della situazione, pregò intensamente per gli abitanti di Varazze affinché finisse il loro dolore e la richiesta, miracolosamente, fu esaudita e i cittadini furono liberati dal flagello. In cambio del prodigio la Santa chiese ai varazzini di onorare il loro illustre concittadino, dedicando una cappella a suo nome e alla Santissima Trinità. In ricordo di quell’episodio miracoloso, Varazze eresse la Santa di Siena a propria patrona dedicandole ogni anno, il 29 aprile, una delle processioni di Cristi più famose d’Italia (seguita da un corteo storico che ne ripercorre le gesta).

dal web

 

10 pensieri su “Caterina, auguri

  1. La mia mamma (che ora esiste fuori dal tempo ma sa che per noi il giorno e’ questo…) era devota di Santa Caterina da Siena. Era una donna pia mia madre, aveva quasi quello che si chiama “il dono della compunzione” (quello che io non ho proprio, evidentemente la cosa non e’ ereditaria), spesso la vedevo assorta che quasi piangeva, mentre pregava. E partecipava del dolore degli altri in maniera incredibile. Ma lei aveva anche un forte senso dell’humor. La amavo anche per questo. Una volta scherzo’ sul cogmome di santa Caterina, dicendo: “eia, ca’ istadìa beni in dommu sce’tti Issa, cun cussu sangunau chi tenìada..”, “eh, stava bene solo in casa lei, con quel cognome che si ritrovava…” Mamma, sei grande! 🙂 Adesso avra’ conosciuto di persona, la Caterina che stava..”ben’in casa”-. Ciao Rosa.

    Marghian

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