“Si aspira ad avere un lavoro, per avere il diritto di riposarsi.”


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Anno 1889 a Parigi, il Congresso della Seconda Internazionale, decide:

“Una grande
manifestazione sarà organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente in
tutti i paesi e in tutte le città, nello stesso giorno, i lavoratori chiederanno alle pubbliche
autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore”.

Si decide poi per la giornata del 1° Maggio. E questo in memoria del 1° maggio 1886 di
una grande manifestazione operaia a Chicago, in cui 12 mila fabbriche e 400 mila operai
fanno sciopero richiedendo le otto ore. La manifestazione finisce ovviamente con le armi
da fuoco delle forze di polizia, con uccisioni, arresti, condanne a 15 anni e persino a pena
2capitale, e c’è chi si suicida o s’impicca nella cella.
Nel 1890 per la prima volta il Primo Maggio, in tutto il mondo, i lavoratori fanno sciopero. E
si  decide di fare permanentemente del 1° Maggio una “Festa dei
Lavoratori” di tutti i paesi. I governi si oppongono e si organizzano, in quanto questa festa
viene dichiarata sovversiva: i fucili sono puntati, l’opinione pubblica borghese è presa dal
panico: non si vuole una festa dei lavoratori. I lavoratori devono lavorare e non
festeggiare. Quella giornata deve essere abolita.
Nel 1891 in Francia avviene l’eccidio del 1° Maggio a Fourmies: contro nemmeno 200
manifestanti vennero mandati 300 soldati con il nuovo fucile Lebel, capace a 100 metri di
trapassare tre corpi. Tra i morti c’erano giovinette che portavano in mano mazzetti di
biancospino. Le otto ore in Francia saranno concesse per legge quasi vent’anni dopo, il 23
aprile 1919. E così nelle altre parti del mondo. Il fiore garofano rosso non era ancora un simbolo “sovversivo” dell’unità proletaria. Per
esempio a Fourmies, apparvero solo delicati fiori di biancospino. In Francia oggi si offrono
mughetti
In Germania usa ancora il garofano rosso, o forse la rosa rossa, ogni tanto, tra i più
moderati. Comunque c’è tutta una lista storica di bandiere rosse (di lotta) e bandiere nere
(di lutto).
Sui manifesti, grafici o pitture che riguardano il Primo Maggio, non appare però mai il
 delgarofano rosso, che sarebbe solo un simbolo. Essi rappresentano invece sempre gli
uomini in lotta e fraternità contro le leggi disumane del capitalismo.

Il garofano rosso apparve simbolicamente come una nota di umorismo degli uomini del
lavoro contro il divieto governativo di riunirsi e lasciar sentire la propria voce: era proibito
riunirsi e dimostrare con bandiere, e allora i lavoratori inscenarono una festa campagnola,
in osterie, e ognuno si mise sul suo vestito di festa, per distinguersi, all’occhiello, un fiore:
un garofano rosso. Già a partire dal 1890. Come simbolo grafico, il garofano rosso fece la
sua entrata in scena dopo il fascismo, nel costituirsi dei partiti socialisti.
Durante il fascismo in Italia e Germania, la Festa del 1° Maggio sparisce. Dopo la seconda
guerra mondiale, nel 1945, si potevano sventolare abbastanza facilmente bandiere rosse
e garofani rossi, uniti insieme. Nel 1974 abbiamo in Portogallo la rivolta militare della
“Rivoluzione dei garofani” in cui i militari misero nella canna del fucile il garofano rosso.

info dal web

11 pensieri su ““Si aspira ad avere un lavoro, per avere il diritto di riposarsi.”

  1. Buongiorno cara Rosa… per me ormail il 1 maggio sarebbe il giorno giusto per ricordare a tutti lavoratori che hanno perso la loro vita durante il lavoro… da festeggiare non c’è prioprio niente… ti abbraccio Pif

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  2. 1947: La stage di Portella della Ginsetra – Pian della Ginestra è un luogo in aperta campagna nella provincia di Palermo.
    L’1 Maggio 1947 la gente si riunisce per la terza volta dopo la guerra per festeggiare la festa del lavoro, la manifestazione è organizzata da socialisti e comunisti della zona, vittoriosi dopo le ultime elezioni.
    Dato il clima festoso molti sono i bambini presenti.
    Verso le 10 del mattino si sentono dei colpi che la gente interpreta come mortaretti di festeggiamento, sono invece scariche di fucile rivolte alla folla inerme.
    11 saranno i morti, e 27 i feriti.
    Due dei morti sono bambini, molte le donne.
    La banda di assassini era capeggiata dal noto malvivente Salvatore Giuliano, ancora oggi considerato da molti un eroe in Sicilia, colluso con mafia e poteri forti dello stato

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