Chi è il “papà” dell’aquilone?


I primi aquiloni apparvero in Cina 2.800 anni fa. Per molto tempo si è attribuita la loro invenzione allo scienziato greco Archita di Taranto (IV secolo a.C.) invece fu probabilmente il generale Hau Sin a inventare l’aquilone per mantenere le comunicazioni con una città cinese assediata da nemici. Ciò si spiegherebbe con il fatto che in Cina erano disponibili materiali più adatti alla loro costruzione: il tessuto di seta per la velatura, la seta intrecciata per i fili di ritenuta e il legno di bambù elastico e resistente per il telaio.

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5 pensieri su “Chi è il “papà” dell’aquilone?

  1. A 12 anni, al cinema aprrocchiale del paese, Vidi un film, ambientato nella Cina del medioevo (circa 1000 anni fa), dove il protagonista (ricordo ancora il nome, skesa) dovendo raggiungere la cima di una torre posta su una alta collina, si fece legare ad un grande aquilone e, lanciato da un dirupo, prese quota; l’amico teneva stretta la fune, mollandola mentre saliva, e saliva. Skesa riusci’, gestendo le corernti dell’aria con i movimenti e le oscillaqazioni del suo corpo, ad atterrare sulla terrazza della torre (liberare una ragazza, eccetera). A cosa fa pensare questo? A un deltaplano. E la cosa e’ verosimile, dando ascolto a certe leggende sulla storia del volo. A parte la Cina icaro, forse, non batteva le ali, planava. Perse il controllo e…sappiamo come ando’. E’ possibile. Ciao 🙂

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      • Grazie Rosa, ciao. Si’, mi ricordo che si chiamava “skesa”.- Ma tutti, piu’ o meno, abbiamo ricordi della nostra infanzia.
        Ricordo che Il film cominciava con un naufragio,” skesa” viene trovato esanime, sulla spiaggia. Si sveglia in una capanna, e vede davanti a se un tipico asceta cinese, capelli e barba lunghi, e bianchi, seduto nella posizione del loto. . “ragazzo, per cinque giorni ho atteso che ti svegliassi…”. Poi non ricordo altro, fino alla scena dell’aquilone, alla fine, molto bella.

        Mi era piaciuto molto quel film, sia a me che agli amichetti con il quale andai a vederlo. Ti schiedi magari come mai a dieci anni (a quella eta’ vidi “i dieci comandamenti”), a dodici anni, andassi gia’ al cinema. Era il cinema parrocchiale, ecco speigato 🙂 Mia sorella (sette anni piu’ grande di me) mi ci portava gia’ quando avevo sei anni. Ricordo vagamente delle immagini in bianco e nero, e il film era “la frusta nera di zorro”, mi porto’ a vederlo per farmi contento (sai come sono un fratello, o una sorella maggiore). Per i dieci comandamenti andai con mia madre, le piacque infatti ricordo che disse a mia zia, la mattina del giorno in cui vedemmo il film, che era “unu firmi tottu de deus”, “un film tutto su Dio”. Mi fece ridere come mia amdre credette che il faraone, Ramesse, si chiamasse “faraone”, che “faraone”..fosse il nome ) 🙂

        Ricordo che il cinema parrocchiale veniva un po’ snobbato dai giovani di allora, rispetto agli altri due locali. Eppure, i film piu’ belli in paese sono stati proiettati proprio li’, il gia’ citato “i dieci comandamenti”, “la tunica”, “barabba”, “sansone e Dalila” , “via col vento”, “exodus”, “il giro del mondo in 80 giorni” (ero con mio fratello, piu’ grande di me di due anni), “gli ultimi giorni di pompei, “atlantide il continente perduto”, sempre con mio fratello, dieci anni io, dodici lui) – quello che mi piacque di piu’….- , tutti i films della serie mille e una notte, eccetera. Film davvero belli. Ah, anche “il re dei re”. Da buon locale della chiesa… .. Ciao 🙂

        Marghian

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  2. Grazie Rosa, si’, per certi versi si’, ero un po’ un piccolo riferimento per i compagnetti, come ad esempio i giochi ispirati ai film che vedevano, io ero un po’ il “regista”, confezionare i costumi dei siper eroi, costruire armi di legno, monopattini. Costruimmo una catapulta (su mio “progetto”), che portammo anche a scuola. “questa l’abbiamo fatta noi”, dissi alla maestra indicando altri tre ragazzi. E il proiettore, una scatola di detersivi con un doppio foro, dove alloggiava una lampadina svuotata del filo interno e piena d’acqua, “la lente”; una candela messa nella posizione giusta, e un fumetto, tenuto rofesciato cosi’ sul muro si proiettavano, ingrandite, le imamgini del fumetto che si sfogliava, o di diegnini fatti da noi. Su questo si’, la mia infanzia e’ stata positiva. Altra coseta su cui gli amichetti facevano riferimento a me, era..la ginnstica, capriole, la verticale, eccetra. Eravamo tre, noti in paese per le nostre…”acarobazie”.
    Troppo timido, pero’, aldila’ del “gruppetto”; presi maggior coscienza del problema problema poi, per come la cosa mi si presentava in adolescenza e giovinezza. Sono scapolo e vivo da solo per questo motivo. La timidezza ne frega molti purtroppo. Mah, e’ andata cosi’, pazienza. Non e’ bello pero’, non avere una famiglia. Famiglia mia, intendo, in quanto a familiari si’, ne ho ancora: due fratelli, sorella e rispettive famiglie, e siamo in rapporti ottimi. Poche le amicizie, e poche le occasioni di svago. Ciao Rosa, buona serata 🙂

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